giovedì 1 dicembre 2011

ANGELO FERRERI, FROM SICILY WITH FUNKY

Comincia dalla Sicilia, una terra che amo molto e che ultimamente sta sfornando una discreta quantità di giovani talenti, questo particolare viaggio alla scoperta della figura del deejay. Primo esponente a raccontarsi, un producer più attivo di un vulcano, mister Angelo Ferreri.  Classe ’84, Angelo comincia a muovere i primi passi nel mondo della musica venendo quasi rapito dai suoni underground che certe radio di settore ancora sanno produrre e da una semplice scatoletta rettangolare chiamata Play Station. Oggi oggetto di culto per smanettoni e videogamers provetti, ai suoi primordi utile strumento per iniziare ad assemblare suoni ancora primitivi ma che lasciavano presagire ad un futuro dietro a strumentazioni ben più tecniche e sofisticate. “Inizialmente ero proiettato su un genere molto più pesante: tanto per dirla tutta mi piacevano generi come hardstyle o hardcore” racconta Angelo. 
 “Già a 14 anni ho fatto la mia prima esibizione in Sicilia, precisamente a Taormina nella discoteca Tout Và e a seguire ho partecipato ad altri grossi eventi nelle discoteche della zona con il gruppo organizzativo Atmosphere Fashion Club.” La gavetta, come tantissimi deejay hanno potuto sperimentare sulla propria pelle ed in un paese assai ostile al nuovo che avanza come l’Italia, è stata naturalmente impervia. “Pensa che per spostarmi andavo in autobus.” Si inizia dal basso, insomma. “Ai tempi non avendo soldi a sufficienza (non che ora vada meglio!!!) producevo appunto con la prima versione della Playstation e registravo con un CD-Recorder. Incredibile ma vero sono riuscito a fare diversi vinili che passavano su radio come m2o!” Arrendersi mai, seguire le proprie passioni sempre. Probabilmente il giovane Ferreri deve averla pensata all’incirca così, non demordendo ed anzi, progredendo. Affinando (senza nulla togliere a chi apprezza generi più hard) la propria ricerca musicale. “Con il tempo mi sono poi buttato sul genere tech house - deep anche perché il flusso musicale era in evoluzione. Mi sono buttato a capo fitto nella realizzazione di tracce funky tech house e ne sono contento anche perché ultimamente posso dire che sono molto apprezzate.” 
Non è presunzione, è solo consapevolezza nei propri mezzi, d’altronde parlano chiaro i fatti. Vista la verve particolarmente attiva, Angelo si è calato nella sua evoluzione di artista, in una dimensione che pare calzargli a pennello: quella del remixer. “Ho avuto molte uscite su diverse label come 303Lovers, Hustler Muzik, Factomania Digital, Whobear, Lip Recordings e non mi fermo perché presto uscirò con progetti miei su Seamless, Microtech, Elegant Bit e Reload.” Una quantità davvero monster di lavori, condivisi tra l’altro con altri artisti del panorama odierno. Perché, va detto, sebbene il mondo del clubbing appaia come una lotta “uno contro il mondo”, le collaborazioni fanno bene a tutti. Al movimento, prima di tutto. “ Per quanto riguarda progetti personali ho collaborato molto con artisti dell’ Est Europa come Skam, Matan Caspi, Outstrip e adesso sono in programma progetti con Roberto Palmero, Daniele Kama, Gion, Simone Cristini e Davide Vario. Senza dimenticare che sono pure in fase di lavorazione al mio secondo album.” Il sintagma “pausa caffè” a casa Ferreri, probabilmente non è mai stato pronunciato!

-          Angelo, cosa ne pensi del movimento in Italia? A livello di locali, organizzazioni, eventi stile festival , come stiamo messi?
“Obiettivamente non posso reputarmi un grosso dj, con molte esperienze per quanto riguarda eventi in Italia o in generale. Sicuramente però posso dire che un dj in Italia ha scarse possibilità di crescere per moltissimi fattori. Quali in particolare? Beh, una scarsa cultura musicale in generale, una scarsa gestione da parte di chi gestisce i locali (solitamente suonano dj amici di amici, di amici di parenti...pur non essendo magari all'altezza!) ed una sorta di timore nel proporre nuovi artisti emergenti.”

-          E all’estero, hai avuto modo di buttare l’occhio?
“Si, ho avuto la fortuna e l'occasione di essere apprezzato all'estero. Di recente sono stato in Ucraina, mi ha stupito molto quando la gente mi chiedeva spesso "ma come mai non suoni in Italia!??". La loro mentalità si basa sul fatto che se sei un buon producer meriti di suonare: io ne approfitto e dato che paiono apprezzare il mio lavoro ci vado spesso. Tanto che ho pure dedicato loro un progetto dal nome "Will Yourself" uscito di recente sulla neo - label italiana Expectancy Records. Non solo. Qualche mese fà sono stato anche ad Amsterdam, lì è proprio un'altra storia! Mi hanno chiamato ad esibirmi in un grande evento solo per il fatto che volevano esclusivamente le mie tracce, in un set di circa due ore ho suonato praticamente mezza discografia e vedevo la gente apprezzare sul serio, cosa che non accade da noi, dove la gente pare sperare solo nel tuo futuro fallimento.


 
L'evento di Amsterdam 




-          Parliamo di nuove tecnologie. Tu come ti poni?
“Nel passato andava di moda il futuro e quando si ha il futuro in mano tutti si fanno belli citando il passato! Io sono semplicemente per il prodotto finale. Personalmente mi esibisco spesso coi CDJ, ma ultimamente non nego il fatto che è molto comodo usare il pc/traktor scratch. Forse col pc si perde un minimo di contatto con la pista perchè sei molto più concentrato su cosa fare in quel preciso istante, senza valutare magari l'ambiente che ti circonda. Ma rispetto ogni tipo di settaggio, l'importante è saper trasmettere e proporre quel che si ama. Senza dimenticare la Rete: il web è assolutamente indispensabile per pubblicizzare i propri lavori, il proprio stile, anche la propria persona. E personalmente devo tanto ai social network, ad oggi credo sia diventata la prima forma di comunicazione anche per noi deejays.

-          Gli artisti che apprezzi di più in questo momento, sia in Italia sia all’estero?
“Per giudicare mi baso moltissimo sulle produzioni e devo dire che Joris Voorn per quantità e qualità nel genere tech house non sbaglia un colpo. Tra gli italiani stimo moltissimo i Supernova insieme ai Nice7: mi danno proprio quello che cerco!”

-          La traccia da portare sempre nella borsa dei dischi?
“Suonerei sempre Choose The Moovie. Di chi è? Senza arroganza ma è una mia produzione, poco apprezzata forse perchè è stata una delle mie prime tracce.”

-          Quali sensazioni ti procura essere un dj?
“La prima cosa che a me emoziona è produrre, poi viene la fase live. Le due coso sono molto differenti, non è detto che un buon produttore sia un buon dj e viceversa. Ma avendo entrambe le peculiarità sicuramente si ha un vantaggio maggiore.”

-          Prossimi progetti in cantiere?
“Sto lavorando, insieme a delle agenzie, ad un tour in Brasile. Spero si riesca ad organizzare un buon lavoro mentre tra le prossime tappe ci saranno date in Spagna, Olanda e non può mancare l'Ucraina.”

L’Italia, come ben si vede, ancora non chiama.




 



5 commenti:

  1. ottimo articolo concordo sulle parole di Angelo Ferreri purtroppo i dj emergenti in italia non sono apprezzati come lo sono all'estero..

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  2. E' sempre interessante conoscere la storia degli artisti, soprattutto se di persone semplici come Angelo. Per questo sono troppo contento per i suoi successi.
    Angelo, continua così, andrà sempre meglio!

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  3. Grazie per il supporto ragazzi. A presto per altre storie di giovani talenti che provano ad imporsi, seguendo la propria passione !

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  4. Standing ovation per Angelo Ferreri ... personalmente adoro e suono i suoi lavori...ha una marcia in piu' nelle sue realizzazioni...è riuscito a ricreare il feeling dei suoni "underground" anni 90 amalgamandoli con una ricercatezza non indifferente nelle voci e nella metrica dei suoi brani...
    Dopo 34 anni di carriera mi sento di dire che per me è tra i migliori produttori house che abbiamo in Europa...e forse anche nel mondo!!
    Grazie Angelo.....lunga vita !!!
    Maurizio Lessi

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  5. Ciao Maurizio, grazie per il commento...mi fa piacere soprattutto perchè vuol dire che ho cominciato con un grande interprete del ruolo !

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