lunedì 12 dicembre 2011

GION, UN VULCANO DI PRODUZIONI

La ricerca di artisti attivi, musicalmente parlando, come vulcani di idee e soprattutto di produzioni ripassa ancora una volta dal Sud (ma è una casualità) per raccontare la storia di mister Gianmarco Lorefice. Classe ’88, Gion  matura prestissimo il proprio interesse per il mondo della musica: a 10 anni registra i primi pezzi dalla radio sulle “antichissime” cassette vergini. Invece di giocare coi Lego, qualche anno dopo il baby siciliano smanetta con il software E-Jay, programma che conteneva dei loop di drums, basso e voce assemblabili. “Mi sono sempre reso conto di avere una musicalità innata, già dalle prime produzioni ero in grado di comporre accordi e melodie, senza conoscere teoria né pratica musicale. Per valorizzare tutto ciò, nel 2006 ho iniziato a studiare pianoforte e tutt’ora non ho abbandonato la pratica”. Insomma un musicista prima di tutto, un produttore pieno di idee oggi, praticamente un architetto del sound prima ancora che un disc jockey. Tanto che dalla “prima release realizzata nel 2009 ovvero “Get The Groove” una traccia house remixata da Angelo Ferreri e Piero Ferrera, la qualità delle mie produzioni è aumentata e per tutto il 2011 ho avuto release regolari (al momento sono quasi 100 su Beatport).” 

-          Una caterva di produzioni. A quale sei più legato?
“Oltre a tante tracce profondamente influenzate dal funky uscite su varie label, la produzione che più preferisco fra le mie è “Don’t Do It For Money”, traccia deep con parte vocale scritta da me e interpretata dalla cantante olandese Nathalie Bulters, uscita sulla leggendaria Nervous Records, etichetta storica del genere house. E non dev’essere piaciuta solo a me: da varie parti del mondo mi arrivano apprezzamenti costanti. Sono tutti incoraggiamenti fondamentali per proseguire e per impegnarsi a migliorare.”


-          Da produttore instancabile, come dipingi il clubbing nel nostro Paese?
Non ho una buona opinione del movimento italiano. Sono pochi quei posti dove si può ascoltare musica di qualità. La cultura italiana (ovviamente non generalizzando, parlo di tendenza) dei locali è basata principalmente sull’apparenza, più che sulla sostanza, cosa che è diversa all’estero. C’è un’attenzione scrupolosa per l’estetica che però non è accompagnata adeguatamente dall’attenzione per la scelta musicale. Specialmente nella mia zona, è difficile ascoltare cose diverse da quelle passate in radio o in tv”. 

 -          Un club per te è …?
 “Dovrebbe essere, oltre che un luogo di divertimento, anche un luogo di crescita culturale musicale. All’estero ciò accade molto più che in Italia. E questo si rispecchia anche nel fatto che tendenzialmente i dj italiani che vanno forte in Italia, sono sconosciuti all’estero, e viceversa; tanti bravi dj e artisti italiani molto apprezzati all’estero sono ignorati in Italia. Come ha già sostenuto Angelo Ferreri in questo blog, in Italia la scelta del dj è basata sul numero di persone che può portare in un locale. Il dj si trasforma in una sorta di pr. che poi mette musica.”

- Essere un dj: cosa significa per te e quali emozioni ti fornisce?
“Saper intrattenere piacevolmente la gente. Questo vale sia per il dj che per il producer. Fra le due cose mi emoziona di più produrre: quando sei tu che scegli ogni singolo suono, è chiaramente più facile esprimere la tua emozione. Chiaro: le due cose sono molto differenti, non è detto che un buon produttore sia un buon dj e viceversa. Ma avendo entrambe le peculiarità sicuramente si ha un vantaggio maggiore.”

- Il tuo rapporto con le nuove tecnologie: tu come preferisci suonare e cosa pensi di chi usa il computer? Ti piace gestire il rapporto coi fans tramite il web?
Come ho detto precedentemente, sono prima producer che dj. Suono da qualche anno ed è quindi quasi automatico che apprezzi di più la comodità del computer. Chiaramente, il sound del vinile è impareggiabile. In ogni caso la cosa che conta è la ricerca e la scelta musicale. Il mestiere del dj è anche in una sorta di “backstage” privato, dove si va a ricercare e a decidere il tipo di sound che si vuole proporre per un determinato contesto. Quello che penso è che: come in tutti gli ambiti, la tecnologia è in continua evoluzione: volerne farne a meno, ignorarla, o respingerla vorrebbe dire restare indietro coi tempi e finire per essere inadeguato.  Il web è fondamentale ormai per fare ascoltare le proprie tracce. Senza internet l’80% degli artisti non avrebbe mai pubblicato una traccia. Certo, questo ha causato un livellamento verso il basso del livello delle produzioni, ma siamo ancora all’inizio di questa tecnologia. Anche questo aspetto si riassesterà quando le label capiranno che la qualità è fondamentale per far si che le tracce vengano suonate e comprate.”

- L'artista internazionale e quello italiano che apprezzi di più in questo momento ?
Ci sono tantissimi artisti internazionali e italiani validi, quindi farò solo due nomi: Kruse & Nuernberg è il progetto di cui difficilmente non suonerei le tracce. Per l’Italia dico Aki Bergen: la sua scelta dei suoni è incredibile.

- La traccia che se potessi, suoneresti in ogni dj set?
Beh, tantissime sono le tracce storiche della house che amo. Una delle tracce che preferisco degli ultimi mesi è “Stealing Feeling” di Kruse & Nuernberg.

- Ancora alcune curiosità. Quali progetti musicali hai in programma in questo momento e nell'immediato futuro? Con che artisti collaborerai e su quali etichette uscirai?
Continuo instancabilmente a sfornare tracce e remix, le richieste sono tante. Al tempo stesso cerco di sviluppare progetti miei che possano fare continuare la mia crescita personale. Oltre che con la Nervous, che ha sede a New York, ho avuto release sulla sudamericana Soulman, su Factomania, su Kote Records e tante altre. Ho da qualche giorno completato un remix per MBF, etichetta dei Kaiserdisco, che va ad aggiungersi alle circa 30 tracce in pre-uscita, fra cui remix di tracce di Horatio e Stan Kolev. Inoltre sono in uscita tracce su Seamless, Dutchie Music e tante altre. Oltre a Ferreri, con cui ho anche un rapporto di amicizia al di la della musica e con cui c’è un continuo scambio di opinioni ed influenze reciproche, ci sono collaborazioni con Daniele Kama e Marco Soave, solo per citarne alcune. Con un obiettivo per il medio periodo: riuscire ad uscire su una top label.”

E vista la passionalità di questo giovane producer, non è difficile che succeda. 

 




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