lunedì 6 febbraio 2012

FRANCESCO BONORA: TRA DEEP E DETROIT TECHNO

Dopo molti giovani ma talentuosi esponenti del clubbing provenienti dal Sud Italia, approda su Five o’clock (a proposito, già oltre mille visualizzazioni in pochissimo tempo di vita!!!) Francesco Bonora, bolognese classe’84. Vista la sua provenienza geografica, non poteva che essere il più importante club italiano, a battezzarne i primi passi in questo settore. “Tutto è nato ascoltando le cassette dei dj set acquistate dagli amici più grandi, che frequentavano locali come il Cocoricò. Da li è scattata la scintilla per me verso la musica elettronica e a 16 anni ho comprato i primi giradischi, il primo mixer e i primi vinili” racconta mister Bonora. “Quindi ho cominciato a suonare, prima in piccole feste fra amici, finché poi a 18 anni, nel 2002, ho avuto la mia chance di suonare nel locale dei miei sogni, proprio il Cocoricò che comunque frequentavo sempre settimanalmente in quel periodo. Quello è stato un punto di partenza che poi mi ha permesso negli anni successivi di esibirmi in tanti locali, in Italia (Peter Pan, Cellophane, Ecu, Club, 20 Hertz, Wish, Black Box e Contatto fra i tanti), e all'estero, suonando in Spagna, Svizzera, Belgio, Romania e Germania fra gli altri.”

- Quale tipologia di sound e quali artisti ti hanno maggiormente ispirato?
“I primi anni diciamo che avevo un sound abbastanza technoide, ispirato da quello che sentivo proposto al Cocoricò, poi pian piano mi sono ammorbidito, anche se ci tengo a dire, non sono mai stato un picchiatore folle!  Attualmente produco e suono fondamentalmente deep, ma nei miei set trova posto anche il disco detroit/techno. Mi piacciono molto sia a livello di filosofia/gestione del pubblico, che di selezione, artisti come Sven Vath, Carl Craig o Derrick May. Oggi devo dire che a livello di produzioni tutta la crew Innervision ha una forte influenza su di me (Ame, Dixon), ma anche tanti artisti della scuderia Rush Hour, come Tom Trago. Non sono molto preso dalle mode e dall'hype del momento, come per esempio in questo periodo i vari Hot Creations, diciamo che mi piace avere un interpretazione più neutra durante le mie esibizioni e ovviamente anche nelle produzioni.”

Un set live di mister Bonora 




- Quali progetti musicali hai in programma in questo momento e nell'immediato futuro? Con che artisti collaborerai e su quali etichette uscirai?
“Sono appena uscito con un ep su Plastic City, e proprio a breve uscirà il mio remix per l'album di Patrick Zigon, di cui vado molto fiero, perché è uno di quegli artisti che mi è sempre piaciuto e ho sempre rispettato. Successivamente uscirà un 10" su Etichetta Nera, con remix della leggenda techno Mike Dearborn, poi un remix mio su sempre su Etichetta Nera a Greg Gow, e un remix sulla storica Panel Trax per Chance McDermott. Per quanto concerne invece lavori miei, ho in programma una release su Abstract Theory con remix di Rick Wade e Jorge Savoretti, un nuovo ep sulla label di Greg Gow (Restructured), una nuova collaborazione con la cantante e producer olandese Zoe Xenia e inoltre sto lavorando da qualche mese in studio con Rame, componente dello storico trio Pastaboys, col quale ho fatto cose molto interessanti che vedremo a tempo debito dove e come proporre.”


- Raccontami qualcosa proprio del progetto Abstract Theory.
“Abstract Theory è la label che ho creato col mio caro amico Marcello Arletti alla fine del 2010; nonostante sia una giovane creatura, abbiamo già avuto artisti e remixers di un certo spessore come The Timewriter, Moodymanc, Pezzner, Patrick Chardronnet, Subb-An, Sasse, Corrugated Tunnel (Edwin James), Greg Gow, Patrick Zigon, Karol XVII & MB Valence, Uglh, Cosmic Cowboys, Pawas, Of Norway, affiancandoli a bravi artisti emergenti. Nelle prossime releases avremo altre cose molto interessanti, per esempio inaugureremo un catalogo più soulful e meno dancefloor, con una release della bravissima americana Jenifa Mayanja. Presto poi usciremo con il primo vinile, firmato dall'ottimo Moodymanc, con remix di Terry Lee Brown Jr e Cosmic Cowboys (Digital Bonus). Per quanto riguarda il catalogo digitale avremo anche il piacere di avere come remixer Rick Wade nel prossimo singolo mio e di Marcello, Mark O Sullivan (DK7) nel prossimo singolo di Corrugated Tunnel, e inoltre un ep di Patrick Zigon. Da un mese poi abbiamo aggiunto al roster la bravissima Janine Billy, che si occuperà di tutto ciò che riguarda il video making e le grafiche, che riteniamo fondamentali per il nostro progetto.”

-  Cosa ne pensi del movimento in Italia? A livello di locali, organizzazioni, eventi stile festival , come stiamo messi?
“Beh diciamo che qua la risposta ovvia sarebbe una badilata di lamentele, in quanto comunque a noi italioti piace il marchio, il nome associato al marchio e quindi vengono proposti spesso gli stessi quattro o cinque nomi o due/tre label in croce, ma voglio andarci oltre. Secondo me le situazioni belle ci sono, ci sono tanti locali e tanti art director che sanno lavorare bene, ovviamente come in tutte le aziende, soprattutto in questi momenti, si guarda innanzitutto al tornaconto, ma io non lo vedo come un delitto, anzi...e a parlare non è di certo uno che suona sedici volte al mese, per cui potrei avere interesse anche a lamentarmi, ma non credo sia proprio il caso. Conosco tanti locali che danno spazio a dj "emergenti" affiancandoli a guest di livello internazionale, il primo che mi viene in mente è il Black Box qui a Ferrara, un locale dove ho avuto la fortuna di esibirmi a fine 2011, ma gli esempi sono tanti. E posso dire, avendo suonato all'estero, che la situazione è poco più che la medesima dappertutto, con chiunque parli ti viene detto che è tutto in calo, è una tragedia, suonano i dj pr, ecc ecc. Io  a differenza di tanti non vedo l'estero come il meglio in assoluto e l’Italia come il peggio in assoluto , perché come ho detto tutti anche fuori si lamentano per le stesse cose. Chiaro che tu vai, sei l'ospite e ti trattano bene, magari a casa tua meno, ma è solo una mentalità diffusa.”

- Il tuo rapporto con le nuove tecnologie: tu come preferisci suonare e cosa pensi di chi usa il computer?
“Io ho iniziato col vinile, e tuttora compro un sacco di vinili, ne ho più di 3000 in casa, tutti catalogati. Da due anni mi sono attrezzato con Traktor e spesso mi capita di usarlo, in quanto ormai tantissime cose escono solo in digitale e io ho sempre odiato usare i cd, quindi col Traktor riesco comunque a utilizzare i files col 12". Oltretutto quando suono all'estero è molto più comodo e meno ingombrante, però diciamo che ogni volta che ne ho la possibilità preferisco fare dj set only vinyl. Io credo che ogni tecnologia sia interessante, bisogna solo capire che messa nelle mani sbagliate è letale, basti pensare che qualunque imbecille con l'adsl flat oggi può fare il dj dopo tre giorni. Scarichiamo 30 giga di mp3 dai piu fighi forum russi, un bel Traktor crackato da un altro blog, e via col sync dopo un attimo siamo pronti a esibirci. Ecco queste cose non vanno bene, ma li è il locale che dovrebbe capirle certe cose.”

- Parliamo proprio del downloading illegale. La pirateria musicale è una piaga quasi insanabile: come la vedi tu?
“Al momento pare insanabile, ma purtroppo anche se viene utilizzata la scusante del costo alto dei files (che può essere condivisibile), io penso sia un discorso di mentalità, perché credo che se i files costassero 30 centesimi, la gente continuerebbe a scaricarli free. Ovviamente è il grande problema del digitale, ma questo non avviene solo con la musica, ma anche coi software, vst, librerie, film e quant'altro, quindi io penso che a meno miracoli, purtroppo sia una situazione con la quale dovremo abituarci a convivere. Purtroppo non mi viene in mente nessuna soluzione.”

- L'artista internazionale e quello italiano che apprezzi di più in questo momento ?
“Difficile fare un nome solo, a livello internazionale come ho detto prima, in questo momento mi piacciono molto Carl Craig, Ame o Dixon o anche Argy, invece a livello italiano ci sono tanti bravi artisti che meritano e mi dispiacerebbe fare un nome secco."

- La traccia che se potessi, suoneresti in ogni dj set?
“Uno dei dischi che piu mi ha dato sicuramente è Man With Guitar – Man With Guitar, che a volte ripropongo ancora, invece rimanendo ai giorni nostri uno dei miei must dell'anno scorso è stato Omar S – Here's your trance now dance.”

- Essere un dj ...cosa significa per te, quali emozioni ti fornisce?
“Essere un dj per me è un emozione indescrivibile, avere la possibilità di fare ballare tante persone, creare una connessione fra te e la pista, trasmettere le tue emozioni a tante gente, attraverso la musica, e sentirsi apprezzati per questo, sono emozioni impagabili, che mi aiutano tanto anche nei brutti momenti, quando mi sento giu. Quando tutto ciò finisce, è bene capire che bisogna fermarsi.”

- Saresti disposto a trasferirti all'estero se potessi vivere di questo mestiere? E se sì,dove ?
“Sicuramente, compatibilmente con tutti gli altri interessi della mia vita, penso che siano scelte che devono essere fatte. Per quanto riguarda il dove, sicuramente la scena attiva per quanto riguarda la musica elettronica ora chiaramente è Berlino, ma anche andare a Ibiza non mi dispiacerebbe per nulla!”






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