mercoledì 10 ottobre 2012

EMANUEL SATIE: LIVE ACT ONLY

Tedesco, classe ’86. E’ la carta d’identità di un interessante producer che sta lavorando con notevole  maestria e piace moltissimo per il suo sound cool e ricercato, tanto da essere chartato da molti autorevoli colleghi. Lui è Emanuel Satie, da Francoforte sul Meno. Una carriera luminosa davanti, che nasce da una passione irrefrenabile per la musica. E che si sviluppa attraverso vere e proprie performance live.






- Ciao Emanuel! Ho letto dalla tua biografia che sei stato anche uno studente di musica. Quanto è stato importante per te  lo studio, prima di diventare un dj?

“Ho imparato un sacco di cose interessanti ed è molto utile per la mia produzione musicale, in particolare per le armoniche e per la teoria musicale. Purtroppo i semestri incombevano e occorreva essere focalizzati sullo studio senza distrazioni, così ho deciso di lasciare da parte gli studi e dedicarmi al 100% alla mia carriera musicale, che era la cosa più giusta da fare.”

- Hip hop, techno, house, deep e soulful. Tutti i generi musicali che ti hanno influenzato? In che modo?

“Confermo, ho un sacco di influenze diverse! Nella mia prima giovinezza ho soprattutto ascoltato musica nera. Stevie Wonder, Motown Records, moltissima r&b e anche hip hop. Si può chiaramente sentire questo tipo di influenze nella maggior parte delle mie produzioni, anche perché mi piace molto riassaporare un certo sound del passato, così come ripercorrere un campione vocale orecchiabile. Le mie influenze in ambito di musica elettronica sono invece molto ampie. Mi piace svariare. Sarebbe noioso per me produrre indirizzandomi verso un solo genere. Quando faccio musica ho solo voglia di fare quello che amo fare e non mi preoccupo dei generi e degli stili.”

- Parliamo del 2008: inizia la tua carriera da dj. Cosa ricordi dei tuoi inizi?

“Ero appassionato di musica, amavo collezionare vinili e frequentare club, ma non ho iniziato veramente se non a 21 anni, quando ho incontrato un tizio che si chiama "Gigo". Lui mi ha fatto vedere che cosa significa questo mestiere. Un anno dopo, ho iniziato a produrre, su un computer portatile molto economico che era così caldo che ogni 20-30 minuti dovevo riavviarlo. E’ stata una faticaccia, ma sono riuscito a produrre i miei primi due ep in questo modo!”

- Cosa ne pensi del movimento club in Germania? Il tuo paese il luogo reale del clubbing?

“Il mio Paese offre certamente molte opportunità, ma non vorrei dire che la Germania è il luogo ideale per fare e vivere il clubbing. Al momento ci sono un sacco di buoni posti per sviluppare la house e la techno. La Germania è solo uno di questi luoghi.”

- Il tuo rapporto con le nuove tecnologie: tu come preferisci suonare e cosa pensi di coloro che usano il computer?

“Credo che sia sempre la musica quello che conta. Non si può dire se un dj sia bravo o meno  guardando le attrezzature che utilizza. Io adoro le performance dal vivo, non proprio come un dj fa di solito, quindi tutto questo dibattito se sia meglio il vinile o il digitale non mi riguarda più di tanto. Sono un fiero sostenitore del fatto che tutti dovrebbero usare quello che sentono più appropriato per se stessi. Sinceramente è una grande sorpresa che questa discussione possa essere ancora in corso.”


- Quali progetti musicali hai in programma in questo momento e nel prossimo futuro? Con quali artisti collaborerai e su quali etichette uscirai?

“Ho avuto un'estate molto occupata con la lavorazione di tracce per etichette quali Noir, Bouq e Souvenir Music. Quindi adesso è arrivato il momento di dedicarmi a nuovi progetti. Ho un paio di progetti interessanti per alcune delle mie etichette preferite in programma, ma non posso parlarne in questo momento.”

- L’artista internazionale e quello italiano che apprezzi di più in questo momento?

“Ci sono sempre un sacco di incredibili artisti italiani che ammiro. Persone come Pirupa, Leon, Clockwork, Nico Lahs, Life and Death, Giuseppe Cennamo e la lista potrebbe continuare all'infinito. Mi piace anche la musica e il sostegno dei miei amici Christian Farias, Jon Hash, Tasticfunk, White Brothers, Marius Laurentiu & Andrea Bigi e Cellu. Ma l'Italia mi piace particolarmente, ha ha un sacco di talento! "

- La traccia che se si potesse, proporresti in ogni dj set?

“Quando suono dal vivo amo riprodurre solamente brani miei, 100% Emanuel Satie! La traccia che funziona meglio nei miei set in questo momento è un brano inedito chiamato "Start again", ma anche "Bedtime Story" and "Lost Control". Delle mie produzioni su Bouq e Noir Music sono tracce che raccolgono sempre ottimi feedback fra il pubblico. Se fossi semplicemente un dj, mi piacerebbe sicuramente suonare "Ferrer & Sydenham - Timbuktu (Pan-africa electro dub)". E’ uno di quei classici che non risulta mai noioso.”





- Essere un dj, cosa significa per te, quali emozioni ti fa provare?

“Essere un dj o un live performer, è tutta una questione di emozioni,specie per quanto riguarda  l'interazione con la pista. Cerco sempre di mantenere un certo equilibrio tra l’energia che deriva dal momento di massima esaltazione della pista e momento di maggiore profondità del sound . E’ stupendo essere sexy e sudati sulla pista da ballo!”






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