- Ciao Giacomo! Leggo
dalla tua bio che nasci artisticamente nel 2008. Cosa ricordi dei tuoi inizi e
quale sound ti ha influenzato?
“Ricordo inizi fatti di tanta passione
prima di tutto, anche perché se manca quella, il resto non arriva! Sono nato
ascoltando i cd nel lettore delle vecchie serate targate Insomnia, Jaiss ma anche più recenti come Alias, Fortezza Da Basso…diciamo che ero un fan sfegatato della Metempsicosi, una crew di grandi artisti
che nella mia Toscana ha sempre fatto benissimo e che mi ha fatto conoscere il
sapore della Night Life. Insomma, tutto ciò mi ha portato a compiere il grande
passo, con l’aggiunta di due giradischi, qualche vinile di techno elettronica e
tanta voglia di imparare. Da lì i primi passi e le prime piccole soddisfazioni.
Come una serata organizzata con ospite Ricky
Le Roy, una delle mie prime in assoluto, il quale accettò anche con molto
piacere di vedere il luogo in cui io mi allenavo e mi preparavo. In pratica una
serie di sensazioni indimenticabili!”
- Oggi ti senti ancora influenzato da quel sound o negli anni
la tua preferenza musicale è cambiata?
“Purtroppo o per fortuna le cose
con il tempo cambiano, si modificano i gusti personali, cambiano le proprie
emozioni, le situazioni e per restare a galla si deve cercare sempre di essere
al passo con i tempi e cercare di uscire dai soliti schemi. Io ho progressivamente
abbandonato la mia fase più elettronica e ho cercato un qualcosa che potesse
darmi prima di tutto soddisfazione. Così oggi cerco e propongo sonorità
tech-house, morbide, ma sempre di grande impatto, non rifiuto nemmeno brani con
contaminazioni anni 70/80 che trovo fondamentali e danno quel tocco di allegria
e di nostalgia che non guasta mai.”
- Il tuo territorio è la Toscana. Com'è cercare di emergere in Italia, un Paese dove si dice domini la logica dei dj-pr?
“Io credo che si stia vivendo una
situazione difficile a 360 gradi e di conseguenza anche i club ne risentono. Emergere
è sempre molto difficile, è una macchina complessa, basta un qualcosa fuori
posto e tutto si blocca. Di sicuro, anche la logica del dj –pr non facilita il processo, ma la colpa non è
del giovane dj che giustamente alcune volte per suonare può anche accettare
tutto, pur se sbagliato. Purtroppo, e lo dico per esperienza personale, alcuni
locali hanno come unica possibilità di sopravvivenza questa scelta. Questo lo
trovo molto triste, sarebbe molto più semplice ammettere il fallimento del
progetto che illudere tanti giovani. E’ una moda che non passerà mai, ormai è
una comodità per tanti gestori e direttori artistici, ma dovrebbero capire che
il dj si occupa di musica, non di pubbliche relazioni.”
- Proprio su Five O’Clock sono passati anche Federico Scavo e Luca Guerrieri. Cosa rappresentano per te e come nasce il progetto di Area 94 Rec. che ti vede protagonista?
“Federico e Luca per me
rappresentano due punti di riferimento fondamentali,ci lega un rapporto basato
principalmente sulla lealtà e la sincerità e questo viene prima di tutto, anche
dell’amicizia. Loro hanno sempre avuto un bellissimo senso di responsabilità nel
consigliarmi cosa doveva essere modificato e questo per un giovane è un processo
di crescita e di maturazione fondamentale, senza dimenticare che sono due artisti
che hanno dato tanto alla musica fino a questo momento e per me può essere solo
una fortuna essere con loro. Il progetto Area
94 invece nasce nel 2009, quando tramite Luca, pubblicai il mio primo ep. Onestamente
non conoscevo questa label, poi con il tempo ho cercato di ritagliarmi un
piccolo ruolo all’interno di questa famiglia e ad oggi sono assolutamente
soddisfatto anche della fiducia che mi è sempre stata data. Parlando invece di
questione più tecniche posso solo dire che abbiamo sempre cercato di ottenere
lavori di ottima qualità, collaborando anche con artisti di fama
internazionale.”
- Quali progetti musicali hai in programma in questo momento e nell'immediato futuro? Con che artisti collaborerai e su quali etichette uscirai?
“Nei prossimi mesi ci saranno
novità riguardanti principalmente collaborazioni con radio e etichette di prima
fascia, si parla anche della Stealth
Records di Roger Sanchez, ma è
tutto ancora in fase di valutazione. Ultimamente invece ho dato continuità alla
collaborazione con Tony Kairom, nata
da circa due anni che ha portato ad alcuni progetti usciti sia su Area 94 che Hotfingers Records. Lui è un ragazzo che
nel giro di pochi anni partendo dal nulla, ha creato un qualcosa di speciale e
sta ottenendo dei risultati importanti, non ultimo, il nostro brano “Africa” su
Fruit Records, label digitale di sua
proprietà,che è entrato nella top 100 di Beatport.”
- Cosa ne pensi del movimento in Italia? Rispetto all'estero è vero che esistono delle differenze sostanziali?
“Io credo che l’Italia sia in
fase calante da diversi anni ormai, non vedo tante occasioni di continuità
lavorativa, le poche realtà di un tempo oggi trattano musica dal vivo o commerciale,
questo perché anche il pubblico si riconosce in certe tendenze. Da spettatore
esterno, osservando l’estero posso solo dire che ho sempre notato una
progettualità importante e duratura, basti pensare all’America, dove dagli anni
’70 ha sempre trionfato la musica down-tempo, Hip Hop e Rap, che sono dei veri
e propri movimenti culturali, nonstante le prime fusioni di house e garage
siano nate proprio là. In Italia questa cosa non esiste, l’unica consolazione
risiede nel fatto che i nostri artisti di rilievo che hanno opportunità
lavorative estere hanno sempre un successo incredibile. Questo significa che il
materiale lo abbiamo, sono i locali che non ci sono e quei pochi che ci sono
mirano a fare altro.”
- Oggi produrre musica, per un dj, serve ancora ? Perchè?
“Per me è molto importante, per
due motivi: il primo perché ti permette di conoscere la musica in maniera più
approfondita, di mettere nero su bianco tutto ciò che hai nella testa e di dare
un messaggio al pubblico che quella è la tua idea, il secondo invece ti
permette di farti conoscere, quindi può portarti ad ottenere booking, perché se
riesci a costruire con il tempo qualcosa di importante, poi ottieni di riflesso
risultati che senza questa attività difficilmente avresti.”
- Il tuo rapporto con le nuove tecnologie: come preferisci suonare e cosa pensi di chi usa il computer?
“Non sono mai stato uno che ha
dato troppa importanza a certe cose, io resto ancorato alla mia immagine di dj,
ossia giradischi e vinile, poi l’evoluzione ha portato a dover compiere passi
differenti e non più standard, ma questo credo che sia un percorso normale, in
fin dei conti ognuno utilizza strumentazioni che ritiene più opportune per
garantire una certa qualità sul prodotto finale. Unica cosa che non condivido è
il mixato pronto all’uso, lo trovo inconcepibile guardando il rapporto prezzo
artista/servizio svolto.”
- L'artista
internazionale e quello italiano che apprezzi di più in questo momento ?
“Ammiro moltissimo Manuel
De La Mare, che trovo artisticamente uno tra i più completi sotto ogni
aspetto ed è quello che rispecchia moltissimo il mio genere. A livello internazionale
invece opto sempre per una scelta di cuore, il francese Lee Van Dowski, un costruttore di suoni unico.”
- La traccia che se potessi, suoneresti in ogni dj set?
“Senza dubbio Mario
Più,Ricky Fobis & Lady Brian_Hal 9000_Original Mix, un disco che oltre
ad avermi accompagnato in certi momenti della mia vita, ha abbinato quella
sonorità adatta alla pista ad una melodia incantevole.”
- Essere un dj ...cosa significa per te, quali emozioni ti fornisce?
“Il dj per me è essere il punto
di riferimento principale di un locale, quello che ti accompagna durante la
serata e ti porta per quelle ore a dire “sono nel posto giusto” , ogni emozione
che dai è come se automaticamente la ricevessi pure te, perché non dimentichiamoci
che il dj vive prima di tutto di soddisfazioni.”
Official: giacomotosi.it
Facebook: facebook.com/giacomotosidj
Soundcloud: soundcloud.com/giacomo-tosi
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