venerdì 28 dicembre 2012

YAYA: IL CIELO SU TORINO


Yaya (vero nome Yassin Ligali Ali) è uno dei leader carismatici della night life di Torino. Cresciuto nella babilonia sonora della sua casa in cui i ritmi dei tamburi del padre musicista pervadevano l’aria di suoni tribali, sviluppa con il tempo una cospicua dose di ritmo nel sangue, avvicinandosi al fermento sonoro che infiamma le cinetiche notti del sottosuolo torinese e s’innamora della musica elettronica. 
Come un bambino perduto nell’ondata minimale che travolge gli spartiti techno house, Yaya trascorre le sue estati a metà anni duemila nel fermento elettronico ibizenco. Sull’isola bianca la sua effervescenza lo porta a suonare a numerosi after party e la sua assertività musicale, riflesso delle eterogenee origini, gli permette di essere notato dagli imprenditori del grande circo elettronico dell’isola bianca.

- Allora Yaya, raccontami quando è iniziata la tua carriera da dj? 

“Ho comprato i miei primi piatti a 16 anni e ho iniziato a suonare quando ne avevo 17 in alcuni piccoli locali di Torino.”

- Il Benin, Torino ed Ibiza sono state le tre tappe fondamentali della tua carriera artistica. Cosa ti ha lasciato ciascuna nel tuo essere oggi dj?

“In Benin ho fatto parte della mia prima release "Vecute" su Desolat, Torino le mie prime esperienze da dj's e i miei primi fans, Ibiza tanta gavetta, cultura musica e nuovi contatti.”

- Parlami nello specifico di Torino (città nella quale sono nato e cresciuto anch'io!!): può essere equiparata alle grandi località del clubbing europeo?

“Torino d'inverno mi piace molto perche' in settimana, visto il freddo, mi chiudo in studio a fare musica e 1 o 2 volte a mese suono al party migliore in citta', Savana Potente. Negli ultimi anni questa festa ha acquisito molta importanza a livello italiano e europeo, l'ho notato perche' qualche anno fa venivano a trovarci solamente persone delle nostra citta' mentre negli ultimi anni stanno arrivando ragazzi da tutta Italia e non solo.”

- Come definiresti meglio il tuo "meticciato sonoro"?

“Mi piace fare due tipi di dj set, uno piu' deep dark, 120 bpm, solitamente quando faccio apertura, e l'altro piu' techno intorno ai 126 bpm quando suono come guest.”

- Nel 2009 entri a far parte di Desolat. Cosa ha significato per te?

“E' stato un grande passo avanti della mia carriera perche' ho iniziato ad avere molta piu' visibilita', piu' contatti e piu' notorieta' a livello mondiale.”

-  Cosa ne pensi del movimento in Italia?  Rispetto all'estero è vero che esistono delle differenze sostanziali? 

“Penso che in Italia al giorno d'oggi ci sia troppo proibizionismo verso i ragazzi, i clubs e tutto il movimento della vita notturna. Il nostro Paese anziche' essere governato dai "soliti anziani", dovrebbe fornire piu' possibilita' per giovani con pensieri piu' freschi e con nuove idee per cercare di soddisfare le esigenze di tutti.”

 
- Oggi produrre musica, per un dj, serve ancora ? Perchè?

“Fare musica al giorno d'oggi e' molto importante per farsi conoscere, ma questo non basta, bisogna anche saper fare il dj, guardare la pista, cercare di capire cosa la gente vuole veramente e ovviamente far divertire chi ha pagato per venire ad ascoltarti.”

- Il tuo rapporto con le nuove tecnologie:  come preferisci suonare e cosa pensi di chi usa il computer?

“Io suono da 10 anni, i miei primi 6 anni ho suonato solo vinili e poi sono passato al Traktor scratch per motivi di comodita' e per il numero elevato di promos che ricevo quotidianamente. Penso che ognuno sia libero di suonare come preferisce, l'unica cosa che non apprezzo pienamente e' vedere un ragazzo che vuole iniziare a suonare e si compra direttamente il Traktor usandolo in sync e magari suona nei locali senza sapere nemmeno mettere a tempo due dischi.. Per me non e' un dj.”



- L'artista internazionale e quello italiano che apprezzi di più in questo momento ?

“Il duo conosciuto in tutto il mondo: Loco Dice & Marco Carola.”

- Il locale in cui hai suonato che ti ha emozionato maggiormente ?

“Raw 14, Barcellona”

- La traccia che se potessi, suoneresti in ogni dj set?

Michael Jackson "Off The Wall"

- Essere un dj ...cosa significa per te, quali emozioni vi fornisce?

“E' un'emozione forte in continua evoluzione, in questi 10 anni ho provato delle sensazioni fortissime in diversi momenti della mia vita che solo facendo il dj si posso provare un mix di felicita', gioia, responsabilita', paura e a volte rabbia.”





Resident Advisor: residentadvisor.net/dj/yaya

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