giovedì 28 febbraio 2013

LOW DISTRICT, NUDISCO AL QUADRATO



Passa ancora una volta dalla Toscana, territorio fertilissimo in quanto a produttori e dj del panorama house nostrano, il viaggio di Five O’Clock alla scoperta di nuovi talenti che con la loro musica e le loro sonorità hanno tanto da raccontare. Questa volta, i protagonisti si chiamano Low District. 

- Partiamo dal 2011, quando siete nati artisticamente. Come vi siete incontrati, perche avete deciso di creare un duo, quali background avevate alle spalle, quali sono state le difficoltà di gestire un duo?

“I Low District sono Riccardo Setti e Marco La Porta, due dj grossetani che accomunati dalle stesse influenze musicali decidono di intraprendere un percorso artistico insieme sia in studio che in consolle. La nostra collaborazione è frutto di esperienze diverse vissute nei locali, con i promoter e i dj della toscana. Nel 2011 il nostro rapporto di amicizia ci porta a concretizzare le nostre comuni vedute sul mondo della musica elettronica nel duo che oggi siamo. Mossi principalmente dalla voglia di uscire dalla monotonia della piccola cittadina ci siamo avviati verso le prime produzioni cercando di puntare piano piano sempre più in alto. Inizialmente il difficile è stato unire i nostri percorsi fino ad allora diversi e, adattarsi alle sfaccettature caratteriali dell’altro.”

- Le vostre influenze musicali sono cambiate negli anni? Oggi rispetto a ieri quale sound e quali artisti vi influenzano maggiormente?

“Da sempre affascinati dalla musica elettronica in generale, crescendo siamo entrambi entrati a contatto in tempi diversi con l’house music. Il percorso che ci ha portato a delineare il nostro stile è stato lungo, passando dai dischi storici dell’house music per la deep house strumentale fino alla deep più “cattiva” di oggi. Determinante è stato un viaggio a Londra dove siamo entrati in contatto con la realtà underground che presto avrebbe cambiato il sound dei club anche italiani. Affascinati da questo nuovo mood ci indirizziamo verso nuove sonorità senza però abbandonare quello che ci è sempre piaciuto in passato. Pensiamo comunque che il bello della musica sia il suo continuo rinnovamento: di esempio può essere la corrente “nudisco” che sta sempre più prendendo piede nelle label e nei club.”

- Siete toscani ed avete avuto modo di esibirvi anche al Frau. Ma quali locali vi hanno visto protagonisti e dove vi siete divertiti maggiormente?

“Si le nostre esperienze al Frau sono state memorabili: suonare in quella main room da una grande energia e soddisfazione, gente calda e buona musica ci hanno fatto sentire in un vero club. Di tutt’altro genere musicale sono state invece le serate al The One di Roma, in cui abbiamo proposto un set classic house accompagnati da musicisti live. Poi tra le serate che ci hanno gratificato di più indichiamo senz’altro quella al King’s con Kenny Carpenter, in cui abbiamo avuto l’onore di condividere la consolle con un big della musica mondiale e quella del “Circo Nero on the water” al Baluba di Follonica in cui presidiavamo il Lounge Priveè insieme al grande Ricky Birickyno.”



- Avete partecipato anche ad un festival. Come è stato suonare davanti a migliaia di persone?

“L’estate passata siamo stati invitati al Park Fiction, un festival musicale all’Argentario. È stato magnifico avere davanti più di tremila persone e vederle divertirsi per quello che facevamo. Il parco, l’aria aperta e un grande impianto hanno fatto il resto.”



- Quali progetti musicali avete in programma in questo momento e nell'immediato futuro? Con che artisti collaborerete e su quali etichette uscirete?

“In questo mese siamo usciti su Area94 (di Federico Scavo) con un nostro ep “Keep Jumping”, molto funky e nudisco. Nel prossimo futuro abbiamo in programma molti progetti interessanti che usciranno su label di tutto rispetto. Alcuni di questi sono: una release deep house su Cult Note del mitico Walterino, un ep sulla label di Mario Più (Fahrenheit Records ), un interessante various su Midnight Social Records (di Carlo Gambino ) e ovviamente altre uscite sull’etichette che per prime hanno creduto in noi come Reground e Gospell.”

- Oggi produrre musica, per un dj, serve ancora ? 

“Secondo noi è molto importante per essere un dj completo e per far sapere al mondo quello che fai, senza dimenticare la visibilità che ne deriva (raggiunti certi livelli). Ma in primo luogo pensiamo che produrre sia una cosa fortemente legata alla passione che si ha dentro, ti permette di imprimere per sempre quello che sei e quello che ti piace fare. In sostanza ci sentiamo di dire che iniziare a produrre vuol dire aspirare a qualcosa in più artisticamente parlando, il riconoscimento deve essere solo un secondo obiettivo.”

- Qual è tra quelle prodotte da voi, la vostra traccia preferita e perchè?

“Scegliamo “Pepperoni Juice” (Area94 Rec.) perché è stata la prima traccia con influenze nudisco che abbiamo fatto e ci riteniamo particolarmente soddisfatti. Abbiamo avuto modo di provarla con una dancefloor e il risultato è stato più che appagante. Vedere saltare le persone sul ritmo di un proprio pezzo ti da lo stimolo per continuare a fare quello che fai.”

- La traccia che se poteste, suonereste in ogni dj set?

“La traccia a cui ci siamo affezionati di più nel 2012 è stata “Pele & Shawnecy – Back to army.” Puro passo, pura marcia, pura energia pur essendo così semplice…”

- Essere un dj ...cosa significa per voi, quali emozioni vi fornisce?

“ Inutile dire che suonare per noi rappresenta una forma d’arte a tutti gli effetti, che ci permette di proporre a chi ci ascolta le nostre idee e ci permette anche di ascoltare quello che fanno gli altri dall’altra parte del Mondo. Perché il bello è proprio la condivisione delle proprie esperienze, idee e risultati, la musica noi la concepiamo come un mondo di interazione in cui non si finisce mai di scoprire e imparare cose nuove, da soli e dagli altri.”








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