Passa ancora una volta dalla
Toscana, territorio fertilissimo in quanto a produttori e dj del panorama house
nostrano, il viaggio di Five O’Clock
alla scoperta di nuovi talenti che con la loro musica e le loro sonorità hanno
tanto da raccontare. Questa volta, i protagonisti si chiamano Low District.
- Partiamo dal 2011, quando siete nati artisticamente. Come vi siete
incontrati, perche avete deciso di creare un duo, quali background avevate alle
spalle, quali sono state le difficoltà di gestire un duo?
“I Low District sono Riccardo
Setti e Marco La Porta, due dj
grossetani che accomunati dalle stesse influenze musicali decidono di
intraprendere un percorso artistico insieme sia in studio che in consolle. La
nostra collaborazione è frutto di esperienze diverse vissute nei locali, con i
promoter e i dj della toscana. Nel 2011 il nostro rapporto di amicizia ci porta
a concretizzare le nostre comuni vedute sul mondo della musica elettronica nel
duo che oggi siamo. Mossi principalmente dalla voglia di uscire dalla monotonia
della piccola cittadina ci siamo avviati verso le prime produzioni cercando di
puntare piano piano sempre più in alto. Inizialmente il difficile è stato unire
i nostri percorsi fino ad allora diversi e, adattarsi alle sfaccettature
caratteriali dell’altro.”
- Le vostre influenze musicali sono cambiate negli anni? Oggi rispetto
a ieri quale sound e quali artisti vi influenzano maggiormente?
“Da sempre affascinati dalla
musica elettronica in generale, crescendo siamo entrambi entrati a contatto in
tempi diversi con l’house music. Il percorso che ci ha portato a delineare il
nostro stile è stato lungo, passando dai dischi storici dell’house music per la
deep house strumentale fino alla deep più “cattiva” di oggi. Determinante è
stato un viaggio a Londra dove siamo entrati in contatto con la realtà
underground che presto avrebbe cambiato il sound dei club anche italiani.
Affascinati da questo nuovo mood ci indirizziamo verso nuove sonorità senza
però abbandonare quello che ci è sempre piaciuto in passato. Pensiamo comunque
che il bello della musica sia il suo continuo rinnovamento: di esempio può
essere la corrente “nudisco” che sta sempre più prendendo piede nelle label e
nei club.”
- Siete toscani ed avete avuto modo di esibirvi anche al Frau. Ma quali
locali vi hanno visto protagonisti e dove vi siete divertiti maggiormente?
“Si le nostre esperienze al Frau sono state memorabili: suonare in
quella main room da una grande energia e soddisfazione, gente calda e buona
musica ci hanno fatto sentire in un vero club. Di tutt’altro genere musicale
sono state invece le serate al The One
di Roma, in cui abbiamo proposto un set classic house accompagnati da musicisti
live. Poi tra le serate che ci hanno gratificato di più indichiamo senz’altro
quella al King’s con Kenny Carpenter, in cui abbiamo avuto
l’onore di condividere la consolle con un big della musica mondiale e quella
del “Circo Nero on the water” al Baluba di Follonica in cui presidiavamo
il Lounge Priveè insieme al grande Ricky
Birickyno.”
- Avete partecipato anche ad un festival. Come è stato suonare davanti
a migliaia di persone?
“L’estate passata siamo stati
invitati al Park Fiction, un festival
musicale all’Argentario. È stato magnifico avere davanti più di tremila persone
e vederle divertirsi per quello che facevamo. Il parco, l’aria aperta e un
grande impianto hanno fatto il resto.”
- Quali progetti
musicali avete in programma in questo momento e nell'immediato futuro? Con che
artisti collaborerete e su quali etichette uscirete?
“In questo mese siamo usciti su Area94 (di Federico Scavo) con un nostro ep “Keep Jumping”, molto funky e nudisco. Nel prossimo futuro abbiamo
in programma molti progetti interessanti che usciranno su label di tutto
rispetto. Alcuni di questi sono: una release deep house su Cult Note del mitico Walterino,
un ep sulla label di Mario Più (Fahrenheit Records ), un interessante
various su Midnight Social Records (di
Carlo Gambino ) e ovviamente altre
uscite sull’etichette che per prime hanno creduto in noi come Reground e Gospell.”
- Oggi produrre musica, per un dj, serve ancora ?
“Secondo noi è molto importante
per essere un dj completo e per far sapere al mondo quello che fai, senza
dimenticare la visibilità che ne deriva (raggiunti certi livelli). Ma in primo
luogo pensiamo che produrre sia una cosa fortemente legata alla passione che si
ha dentro, ti permette di imprimere per sempre quello che sei e quello che ti
piace fare. In sostanza ci sentiamo di dire che iniziare a produrre vuol dire
aspirare a qualcosa in più artisticamente parlando, il riconoscimento deve essere
solo un secondo obiettivo.”
- Qual è tra quelle prodotte da voi, la vostra traccia preferita e
perchè?
“Scegliamo “Pepperoni Juice” (Area94 Rec.) perché è stata la prima traccia con
influenze nudisco che abbiamo fatto e ci riteniamo particolarmente soddisfatti.
Abbiamo avuto modo di provarla con una dancefloor e il risultato è stato più
che appagante. Vedere saltare le persone sul ritmo di un proprio pezzo ti da lo
stimolo per continuare a fare quello che fai.”
- La traccia che se
poteste, suonereste in ogni dj set?
“La traccia a cui ci siamo
affezionati di più nel 2012 è stata “Pele
& Shawnecy – Back to army.” Puro passo, pura marcia, pura energia pur
essendo così semplice…”
- Essere un dj ...cosa significa per voi, quali emozioni vi fornisce?
“ Inutile dire che suonare per
noi rappresenta una forma d’arte a tutti gli effetti, che ci permette di
proporre a chi ci ascolta le nostre idee e ci permette anche di ascoltare
quello che fanno gli altri dall’altra parte del Mondo. Perché il bello è
proprio la condivisione delle proprie esperienze, idee e risultati, la musica
noi la concepiamo come un mondo di interazione in cui non si finisce mai di
scoprire e imparare cose nuove, da soli e dagli altri.”
Facebook: facebook.com/low.district
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