Giovane esponente del clubbing romano, Francesco Fortuna (in arte Sisko Electrofanatik) racconta a Five O'Clock la sua voglia di esprimersi dietro una consolle. Con la musica elettronica che scorre nelle vene.
- Ciao Francesco! Quando e perchè è scattata in te la
molla che ti ha fatto dire "voglio fare il dj" ?
"La molla e’ scattata all’incirca 12
anni fa, quando un giorno, al campeggio dove andavo da ragazzino, degli amici
montarono una consolle con impianto per la festa di ferragosto e li iniziai a
toccare le strumentazioni e provai a mixare per la prima volta.. e anche se in
maniera molto amatoriale, vedere che la gente e gli amici presenti si
scatenavano e fomentavano con le mie selezioni, mi fece provare una sensazione
davvero forte!"
- Quali artisti e generi musicali ti hanno influenzato
maggiormente?
"Beh potrei farti un elenco infinito, ascoltando vari generi
musicali fin da bambino… posso dire che sono stato influenzato
sicuramente da Michael Jackson ai Queen, dai Limp Bizkit a 2Pac, dalle
più’ comuni hit radiofoniche delle Boybands ai Brooklyn Bounce, da Benny
Benassi a La Bouche , Lady Gaga, Eurythmics, Michael Bublè."
- Cosa significa essere "electrofanatici”?
"Difficile spiegarlo, chi e’ un “fanatico” della musica elettronica lo
sa!!"
- Conosci molto bene, per averla vissuta direttamente,la
realtà di Roma. Come definiresti la tua città in riferimento ovviamente
alla scena clubbing?
Adesso purtroppo la Capitale non gode di una gloriosa scena
del clubbing, piuttosto di situazioni forti o “mainstream”, parallelamente a piccole
situazioni di organizzazioni affiatate ma che spesso nascono e muoiono
in breve tempo, assorbite dagli eventi piu grandi e più vendibili.
Con i
vari cambi generazionali, non esiste molto spirito di collaborazione, ci sono strutture organizzative e locali che si fanno guerra tra di
loro.. perciò molti djs preferiscono crearsi la propria serata e promuoversela
diventando organizzatori/pr di se stessi. Cosa che per chi ci riesce, non e’
sbagliato visto i tempi, ma con tutta questa fusione di ruoli si è persa la
vera natura della club culture e del filone puro dell’ underground.
Indubbiamente la crisi ha portato un peso enorme, si guarda solo
chi a porta più gente, i tavoli prosperosi e a chi spende di più. Vedo
molti locali storici esser chiusi interi week end o fare serate con poco
pubblico. Sento dire sempre più spesso pure da dj romani affermati
che Roma è morta dal punto di vista del clubbing e non posso dargli totalmente
torto. Ma secondo me alla fine poi basterebbe
semplicemente guardare indietro, prima di andare avanti."
- Hai avuto esperienze in consolle all'estero? Quali
differenze hai notato con l’Italia?
Si suono spesso all’estero, sicuramente dipende da dove
si va. Vanno elogiate la professionalità dei promoter ed il calore del pubblico, poi spesso non esistono limiti di eta’ come a volte
qui da noi accade. Diciamo che non si “commercializza” un evento come succede in Italia e non si sentono frasi del tipo “qui ci
sono solo ragazzini” o “vecchi”. Anche se a volte, devo dirlo, tutto il mondo
e’ paese."
- Parliamo di strumentazione: tu cosa ami usare durante
i tuoi set? Cosa pensi della discussione tra analogico e digitale?
Io ora uso generalmente 2/3 cdjs 2000 o i xdjs e un
mixer Pioneer 900, con cui hai modo di poter creare ed effettuare missaggi ormai
in maniera rapida e fare effetti d’ogni genere. Perciò venendo dal vinile non
posso che dire che la moderna epoca digitale dà un approccio indubbiamente
innovativo ed adattabile (purtroppo o per fortuna) a chiunque. Prima dovevi portarti pesanti trolley tra cd e vinili, ora
basta una USB. Oramai non conta come la metti la musica ma cosa metti.
Se poi parliamo di strumentazioni per produrre, io lavoro al 90% sul digitale, ma se uno ha
le risorse, possibilità e capacità perché non usare anche l’analogico? Il fine
e’ produrre una traccia che deve essere suonata nei club o festivals, perciò
non credo in pista si possa capire la differenza di un disco se fatto in un modo o nell'altro. Il resto è un gusto personale. secondo me anche qui soprattutto
non conta COME lo fai ma COSA fai ."
- Chiudiamo con qualche veloce botta e risposta! Qual è tra
quelle prodotte da te, la tua traccia preferita e perché?
"Sono molto critico sulle mie produzioni, rilascio solo produzioni che
suonerei, perciò posso dirti che una delle mie ultime
produzioni preferite e’ il mio remix per Kreisel “Totally Isolated” per la
Monique Musique. Ho voluto risuonare e stravolgere l’original mix,
inglobando secondo me un po' di vari stili techno. Un altro e’ il mio remix per D
Lewis “DOS” dove ho riutilizzato il main synth che e’ la
caratteristica principale dell’ original mix, amalgamando il tutto
con un groove più scuro ed un break
atmosferico e una ripartenza esplosiva . Il brano è stato molto
suonato anche da Carl Cox!"
- L'artista internazionale e quello italiano che apprezzi di
più in questo momento ?
"Jay Lumen e Sam Paganini"
- La traccia che se potessi,suoneresti in ogni dj set?
Direi D Lewis
& Emix - Venusville (Original Mix) e Felix Da Housecat - Silverscreen"
- Infine ti chiedo: essere un dj cosa significa per te,
quali emozioni ti fornisce?
"Per me significa quasi come condurre in un viaggio musicale: la gente che viene a sentire un tuo set, deve sentir raccontare una storia! A me
personalmente piace partire in crescendo portando chi mi viene ad ascoltare ad una serie di emozioni e sensazioni
“disegnandole” con la mia musica. L’emozione che mi fornisce e’ unica nel suo
genere, un mix di euforia, sfogo, e benessere che viene soprattutto quando
noto l'impatto del pubblico, che si emoziona con le sensazioni
trasmesse dal mio set."
Official web site: siskoelectrofanatik.net
Soundcloud: soundcloud.com/siskoelectrofanatik
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